Nelle steppe del Kazakhstan
Ho scritto nelle steppe del Kazakhstan, ma nella realtà questo immenso paese non ha solo una steppa sconfinata e profumatissima – data da un’erbetta bassa che cresce solo in questo tipo di suolo – bensì anche canyon imponenti e fiumi che scorrono in gole profonde, fascinosi laghi ghiacciati o turchesi, prati di tulipani o papaveri, fiori del paradiso e iris, petroglifi che risalgono all’era pre-cristiana e tombe scite, “dune cantanti” e montagne innevate, come la maestosa, lunghissima catena del Thien Shan (Montagne celesti), che non ti abbandona mai: ti affianca, ti è davanti, ti è alle spalle, insomma, una presenza continua, sempre lì a proporre la sua bellezza e la sua immacolata freschezza.
Aquila e cavaliere (Ak Sunkar Falconery – Kazakhstan aprile-maggio 2018)
Un lago e la sua foresta sommersa (Kaindy lake – Kazakhstan aprile-maggio 2018)
Un canyon e i suoi colori (Temirlik canyon – Kazakhstan aprile-maggio 2018)
Ritratto di una giovane ristoratrice (Sulla via per Otrar – Kazakhstan aprile-maggio 2018)
Nuvole (Riserva Naturale Altyn Emel – Kazakhstan aprile-maggio 2018)
Camminare (Aktau Mountains – Kazakhstan aprile-maggio 2018)
Prateria di papaveri (Verso l’Ili river – Kazakhstan aprile-maggio 2018)
Lo sguardo dell’aquila (Ak Sunkar Falconery – Kazakhstan aprile-maggio 2018)
Maria Antonietta Nardone © Tutti i diritti riservati