Bertolucci o l'incanto delle immagini
(Foto presa dal web)
Grazie per quelle immagini in movimento che hanno animato le nostre menti e le nostre fantasie come solo i sogni sanno fare. Come solo la forza originaria dei sogni sa fare. Grazie per il cinema inteso e praticato come arte a tutti gli effetti, non vicaria della letteratura e/o della pittura. Grazie per l’indagine profonda dell’animo umano che interseca grandi e piccoli momenti della storia. Grazie per quello sguardo sull’Asia e l’Oriente che ha allargato i confini di un paese spesso troppo angusto e provinciale. Grazie per Il conformista e L’ultimo tango a Parigi, per Novecento e La luna, per L’ultimo imperatore e Il tè nel deserto, per Piccolo Buddha e Io ballo da sola, fino al freschissimo e liberatorio The Dreamers – I sognatori.
Mai dimenticherò la prima visione dell’Ultimo imperatore nell’arena del Circo Massimo, al tempo delle ricchissime e frequentatissime Estati Romane ideate da Renato Nicolini. Centinaia e centinaia di persone, in un silenzio irreale, intente a seguire la storia di Pu Yi, l’ultimo imperatore della Terra di Mezzo. La scena dell’incoronazione del piccolo imperatore celeste che sgambetta davanti ai suoi sudditi nella Città Proibita portò un moto di stupore e di meraviglia che si diffuse come un’onda tra tutti gli spettatori.
Ancora un grazie enorme per lo stupore e la meraviglia che questo grande e coraggioso regista ci ha voluto regalare.
Non so perché ma mi immagino che qualcuno stia recitando per lui il Bardo Tödröl (più noto in Occidente come Il Libro Tibetano dei Morti) sì che lo accompagni alla “Suprema Liberazione attraverso l’Ascolto” dopo aver avuto e costruito tutte quelle magnifiche visioni che hanno nutrito di bellezza e di senso la nostra anima ed il nostro immaginario più autentico.
Maria Antonietta Nardone © Tutti i diritti riservati