Bruno Ganz, l’angelo-demone più amato
(Foto presa dal web)
Che attore! Che attore! Che attore! Che perdita! Che perdita! Che perdita! Bruno Ganz ha attraversato il teatro (di lingua tedesca) ed il cinema internazionale con una grazia rara per non dire unica. Tanti i film che scolpiscono la nostra memoria non solo di cinefili bensì di individui a tutto tondo. Dai più noti ai meno noti (ma la qualità artistica dell’interprete è presente ovunque perché essa non è data dalla fama o dal “successo”).
Quel tocco, quella sensibilità, quell’intuizione impensata, quella profondità che lo portava ad aborrire qualsiasi gigioneria recitativa, ha fatto di Bruno Ganz un attore stratosferico, enorme, sublime. E tutto ciò in autentica, stupefacente, divina sottrazione.
L’ho visto al cinema. Ma proprio visto! Una vera e propria visione. L’ho visto a teatro, in tedesco, e mi è arrivato come pochi nonostante la mia scarsa conoscenza del tedesco – fermo restando la conoscenza del testo. Emergono intatte le emozioni profonde di quella lontana, lontanissima esperienza di una giovane spettatrice.
Riemergono i film, eterogenei, come il suo inarrivabile talento: L’amico americano, I ragazzi venuti dal Brasile, Nosferatu, il principe della notte, Il cielo sopra Berlino, La domenica specialmente, Così lontano, così vicino, Pane e tulipani, La caduta, La banda Baader Meinhof, The Reader, Michael Kohlhaas, La fine è il mio inizio, The Party.
Riemerge la sua giovane, giovanissima figura del Conte ne La marchesa von O, uno straordinario racconto di Heinrich von Kleist, del 1808, che anticipa di un secolo alcune intuizioni della psicoanalisi di Freud, la cui Interpretazione dei sogni fu pubblicata nel 1899. Riporto la frase finale del film in cui la marchesa così si rivolge al Conte:«Non mi saresti sembrato un demone se, alla tua prima apparizione, non ti avessi preso per un angelo».
Leggete il racconto e scoprirete perché la marchesa von O pronuncia queste parole. Perché l’ambivalenza non è cancellabile dalle nostre esistenze. Bruno Ganz, angelo per Wenders, demone per Hirschbiegel, angelo-demone o demone-angelo per Rohmer, ce lo ha inconfutabilmente provato e meravigliosamente interpretato.
Maria Antonietta Nardone © Tutti i diritti riservati